Ci risiamo, Noi e la Luna

Tonino D’Orazio. 30 agosto 2022.

Brutta cosa la logica. In genere permette di far quadrare o meno le cose. Se quadrano è la cultura scientifica di Galileo sulla sperimentazione. Se un fatto si ripresenta tre volte, si può iniziare a credere che possa combaciare con una formula scientifica.

Nei momenti più difficili della sua perdita di egemonia storica, o della sua preminente immagine, gli Usa ricacciano il coniglio dal cappello. Fuggono in avanti e ti propongono un sogno non realizzato come a portata di mano. (Avete presente il programma trentennale sempre uguale di Berlusconi?). Non solo di nuovo l’uomo sulla Luna, ma anche, in prospettiva, propedeutica alla conquista di Marte. Inizia Hollywood, la celluloide ha sempre affiancato le narrazioni di parte, e, se non a sognare, a cosa servirebbe.  Ma la logica scientifica purtroppo ripropone la realtà, non il sogno.

Dopo l’avventura di 53 anni fa dell’uomo sulla Luna, o meglio degli uomini, ci invitano a riprovarci. In questi 53 anni solo chi ha vissuto e visto i passaggi dalle enormi sale che contenevano centinaia di mastodontici computer a nastro Ibm, al blue toot nell’orologio ultrapiatto (smart wach) può rendersi conto dei passi da gigante raggiunti dall’elettronica e dalla robotica persino a livello personale.

Allora con semplici strumenti, un piccolo razzo Apollo che oggi forse farebbe ridere, un piccolo Lem (modulo lunare fai da te), che scendeva sulla Luna, scaricava uomini saltellanti e poi ripartiva e li riportava verso il semi-razzo in orbita che li avrebbe riportati sulla Terra, è stato possibile. Almeno quasi tutti ci hanno creduto. E a nulla è valsa la dichiarazione di Kubrick, in una lettera aperta dal suo notaio dieci anni dopo la sua morte, che indicava dove e come l’atterraggio lunare fosse stato filmato e girato da lui stesso nel deserto del Nevada. Le pellicole intere non si trovano più. Alcuni spezzoni dei complottisti internazionali circolano clandestinamente sul web, e ogni tanto vengono cancellati da You tube.

Ma dov’è la logica scientifica? Oggi, nel mondo intero, tutti i mass media pubblicizzano la “Nasa e la missione Artemis 1 (un super razzo) per riportare l’uomo sulla luna. E creare i presupposti per Marte”. “Il razzo lunare della NASA è pronto per il lancio previsto sul Pad 39B al Kennedy Space Center per la missione Artemis 1 in orbita attorno alla Luna” (Ansa 29 agosto 2022). La missione del programma spaziale ha l’obiettivo di “riportare” l’uomo sulla Luna. Nulla da ridire. Perfetto. Era ora, prima che ci arrivino cinesi o russi, perché noi siamo di qua. La capsula Orion, integrata in cima al gigantesco razzo Sls (Space launch System), il più grande mai costruito prima d’ora. Nella super accessoriata capsula ci saranno manichini che testeranno la resistenza dell’organismo umano. Manichini!! Resistenza umana!!

Mezzo secolo fa abbiamo mandato uomini, oggi manichini!!  Nemmeno sulla Luna ma su Orion embrione di stazione lunare utile nel futuro? Le informazioni che seguono sono entusiasmanti.

Il nostro team è da tempo entusiasta di ciò che sta facendo e del modo in cui sta sostenendo questo programma e la nostra capacità di tornare sulla Luna e di portare persone sulla Luna“, ha affermato Jeff Spaulding, coordinatore della missione Nasa, concorrente di Space-X di Elon Reeve Musk. Un lancio che per gli Stati Uniti ha un enorme valore simbolico, sempre al momento opportuno, ma che rappresenta anche un’occasione per l’Europa, che nel programma Artemis riveste un ruolo “molto importante” e secondario. 

Scrive su Twitter il direttore generale dell’Agenzia spaziale europea (Esa), Josef Aschbacher: “In questo decennio, (sic), la prima donna e il prossimo uomo cammineranno sulla superficie della Luna e l’Agenzia spaziale Europea sta costruendo l’hardware (ce la farà?) che fornirà la propulsione per trasportarli e sostenerli”. L’Esa partecipa infatti a tutte le tappe del programma Artemis, dalla realizzazione del Modulo di Servizio Europeo (Esm) della capsula Orion alla futura stazione spaziale nell’orbita lunare Gateway, (Artemis 2), fino alla luce verde alla presenza di tre astronauti europei destinati a viaggiare nell’orbita lunare e, forse (sic), a camminare sulla Luna”. Un’altra grande novità del programma Artemis è che il ritorno dell’uomo sulla Luna non sarà un episodio: si getteranno le basi per costruire un avamposto stabile, una base che in futuro possa fare della Luna un avamposto per i futuri viaggi verso Marte, Artemis 3.    WOHW!

Comincia con un inciampo, il cammino che dovrebbe riportare l’umanità sulla Luna a quasi 53 anni dall’ultima missione Apollo. Imprevisti problemi tecnici a un motore del razzo hanno infatti costretto la Nasa a rinviare il lancio dell’attesissima missione Artemis 1, il volo di prova senza equipaggio (sic) che sarebbe dovuto partire per testare (sic) le tecnologie necessarie a volare intorno alla Luna e tornare sulla Terra.

Eccomi perseguitato dalla logica, mi dispiace dovrete sopportarmi. Perché non riprendiamo l’Apollo e il Lem che ha funzionato così bene 53 anni fa? Non avevamo le tecnologie necessarie già allora per andare, camminare e tornare? C’era anche la televisione. Mica abbiamo scherzato vero Parmitano?

Scrive il nostro astronauta dell’Agenzia spaziale europea (Esa) Luca Parmitano su Twitter di “un’atmosfera di grande eccitazione e soddisfazione: c’è la sensazione che stiamo per assistere a qualcosa di straordinario che cambierà la storia. Per tutti quelli come me e anche più giovani che non hanno assistito all’esperienza del programma Apollo, questo è l’inizio di una nuova esperienza esplorativa che sarà molto più complessa e avvincente”.

NO Parmitano, la storia ci è stata cambiata il 29 luglio del 1969 e molti di noi ci hanno creduto e ci credono. Anzi ce lo ricordano ogni anno il 29 luglio, dovessimo avere dubbi, visto che qualche stranezza c’era. Mica si può fare la stessa cosa ogni mezzo secolo spacciandola per nuova, caspita.

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